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Lo sport per sua intrinseca natura genera identità e partecipazione: le maggiori risorse attorno a cui la Lega Nord è andata sempre mobilitando la propria militanza e il proprio elettorato. Sport che ruota attorno alle categorie di agonismo-virilità-rito: tre componenti della più tipica "antropologia" leghista, dai suoi vertici (il prorompente uso "politico" del corpo da parte di Umberto Bossi prima e, ora, di Matteo Salvini) ai semplici ancheggiatori e simpatizzanti. Che si nutre, al pari della politica "ultrà" inventata dal Senatùr, di simbolismi e miti. Che riduce il confronto tra le parti al derby politico permanente (nord-sud, locale-centrale, Milano-Roma) giocato dalla Lega con il suo radicalismo.